Schegge di Lola
26 marzo 2009
Quando l'abbiamo visto la prima volta in tv, in quelle foto scattate al commissariato, con il volto contratto, la faccia "da pugile", l'aria malandata, abbiamo urlato tutti al mostro. Labbra carnose, occhi infossati, naso prominente, tutto collimava con l'idea di bruto stampata a fuoco nelle nostre menti. Facile credere che fosse lui il trascinatore, nella penosa vicenda, e il timido biondino dagli occhi azzurri fosse stato convinto, costretto, forse cooptato; e poi, sotto il peso della coscienza, aveva confessato.

Quanto ci sbagliavamo. A riprova che ogni reazione emotiva ad un evento criminoso è sbagliata e crudele. Per giorni il volto di Racz Karol è comparso sulle prime pagine di giornali e telegiornali come l'incarnazione delle nostre paure. Oggi lo vediamo piangere, cercare un risarcimento per la sua immagine corrotta e calpestata. Sfruttare quello stesso mezzo che l'ha infangato per risorgere. La televisione, dio che atterra e suscita, gli ha fornito a un tempo la condanna e il riscatto. Gli auguro che sia completo e che lo allontani per sempre da strade che, forse, non avrebbe mai voluto percorrere.

Resta il monito. Come dice Aldo Grasso sul Corriere, la sua colpa principale era di carattere fisiognomico. Nessuno crede più a Lombroso, ma nelle nostre menti aleggia ancora l'idea che il volto sia lo specchio dell'anima.

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posted by Lola Bi at 3/26/2009 02:16:00 PM | Permalink |


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