Definire la mia città Matrimoniopoli non sarebbe azzardato. Credo che in poche zone del mondo si tocchino vertici di cotanta raffinatezza nella gestione del pre, post e durante cerimonia. Prima di tacciarmi di provincialismo, lasciatemi dire che in nessun altra città ho mai visto manifesti di tre metri per due con le foto degli sposi sulla statale, nécartelloni mobili (quelli, per intenderci, che durante il periodo elettorale dovrebbero girare per la città e che invece ritrovi sempre tra i piedi parcheggiati dentro la circoscrizione del candidato che pubblicizzano) con i volti dei due promessi.
Le bomboniere ormai sono solo firmate Versace o Cavalli, o al minimo Enrico Coveri. Le confettate da sole sfamerebbero un esercito di ragazzini del terzo mondo. Una volta c'era lo zio che ti prestava la macchina nuova per andare in chiesa e poi al ristorante; adesso, nella vetrina di un macellaio specializzato in carne equina, c'è un cartello che dice: si fittano carrozze a sei cavalli.
Ancora resiste la tradizione del corteo della sposa da casa alla Chiesa; proprio ieri c'era un matrimonio nel mio condominio, con il portone bardato a festa. Guardando i fiocchi di tulle legati al corrimano di legno tarlato, e il tappeto rosso steso sul pavimento in cemento e mattoni spezzati, mi sono detta: “Possibile che nessuno ha ancora pensato di fittare anche lussuosi androni signorili per far uscire la sposa?”
Comunque, in tutto questo spreco di quattrini e risorse, è andato perduto uno dei pochi oggetti di culto del matrimonio che veramente valeva la pena di conservare: la foto con gli sposi.
Quand'ero bambina, uno dei divertimenti era ravanare nel cassetto delle foto di casa per trovare tutte le foto dei matrimoni di amici e parenti, con i miei genitori vestiti a festa: in una papà aveva i basettoni anni settanta, in un altra mamma la permanente anni ottanta, in un altra ancora era incinta, là aveva il vestito che io avrei indossato a Carnevale...
Adesso questo rito è scomparso. L'ultimo matrimonio di cui conservo gelosamente la foto con gli sposi è del 2002. Perché? Colpa dei fotografi? Credo di no. Con la crisi che li ha investiti (e in molti casi spazzati via) negli ultimi anni, dubito che lesinino sul lavoro.
Secondo me, è che non si è più disposti a dividere con gli altri il proprio protagonismo. Lo sfoggio è a senso unico.
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Sui manifesti ho visto cose ancora più grandi nella provincia barese e nell'entroterra salernitano per cui non metto limiti alla provvidenza.
Ma tutta questa attenzione al contorno della festa è per caso dovuto ad un tuo work in progress? Io per la bomboniera consiglio un bonsai d'ulivo, sono splendidi :)
Ah, bentornata ;-)